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Intervista a Francesco De Cillis

Classe 1983, veneziano di nascita ma salodiano di adozione, il nostro Francesco De Cillis sarà tra i pochi italiani che il prossimo 10 settembre, a Nizza, parteciperanno al durissimo Ironman World Championship - Men’s Race.
 
Abbiamo deciso di accompagnare Francesco nel percorso di avvicinamento alla gara, raccontando nella nostra newsletter i suoi allenamenti e le sfide che ha dovuto affrontare per raggiungere questo traguardo. 

Un modo per avvicinare i nostri lettori alla cultura del triathlon e aprire una finestra sui sacrifici, ma soprattutto sulla cultura sportiva, di una disciplina particolarissima, che richiede tenacia e forza d’animo incrollabili.

Da quanto tempo sei un triatleta?
Ormai sono un triatleta da 25 anni. La mia prima passione però è stata il nuoto, che ho praticato dai 6 ai 15 anni a livello agonistico.  Quando mi sono trasferito a Salò mi sono subito iscritto alla squadra Master della Canottieri. Il triathlon è arrivato quando vivevo ancora in Veneto, prima allo Stra e poi alla Padovanuoto Triathlon. All’inizio sono stati i miei compagni di squadra a insistere perché iniziassi a praticare questa disciplina. Subito mi sembrava di tradire un po’ la mia natura di nuotatore ma alla fine mi sono fatto convincere e ho iniziato ad allenarmi con loro. Senza fare gare però, non ne sentivo il bisogno, mi bastavano gli allenamenti con il gruppo.

A un certo punto però hai ceduto. Qual è stata la prima esperienza in gara?
I miei compagni di squadra partecipavano sempre a una gara di triathlon a Chioggia, una classica diventata ormai un appuntamento fisso. Dopo tante insistenze l’ho provata anche io ed è stata un’emozione così forte che non ho più smesso.

Cosa ti piace di più del triathlon? 
Il Triathlon è una disciplina: insegna rispetto per se stessi e per gli altri, spirito di squadra e sacrificio. E’ uno sport a mio parere introspettivo. Di natura so abbinare momenti piacevoli in compagnia ma spesso ho anche bisogno di stare con me stesso e il triathlon è il mio modo per farlo. Mi aiuta a pensare, a trovare soluzioni a problemi che a volte sembrano schiacciarti, ad essere efficace ed efficiente in tutte le cose che faccio.

Ultimamente stai facendo gare di Ironman, In cosa consiste?
Sono 3.8 Km la frazione di nuoto - 180 Km la frazione di bici e 42 Km quella di corsa (maratona). 

Sono numeri importanti. Il mio segreto? Divido ciò che sento come troppo grande in pezzi più piccoli, in questo modo un problema rilevante diventa una somma di piccoli problemi facilmente affrontabili. Nell’Ironman vivo il momento, chilometro dopo chilometro e non penso mai né a quelli che ho già fatto né a quelli che mi mancano.

Ma in tutte quelle ore in bicicletta, a cosa pensi?
Non sono un tipo da cuffiette per la musica. Sono molto concentrato su quello che sto facendo, mi piace ascoltare i segnali che il mio corpo mi trasmette, ascoltare la respirazione, il vento che accarezza le orecchie, il rumore delle ruote sull’asfalto. Trovo tutto questo abbastanza poetico. Questo sport mi ha sempre aiutato ad essere allineato con me stesso, consapevole di quello che posso fare, dei miei limiti e di quelli che posso superare.  

Delle tre, in quale disciplina ti senti più sicuro e in quale meno?
Sono sempre andato mediamente bene in tutte le discipline; non sono pessimo e non eccello in nessuna delle tre. L’acqua è il mio elemento, non mi fa paura e mi sento a mio agio in qualsiasi situazione. Mi risulta meno naturale la bici, è uno sport duro che richiede allenamenti lunghi, dove lavorare molto sulle andature, sullo stare in gruppo e soprattutto su come compiere il gesto con il maggiore risparmio di energie.

Per arrivare a questi livelli cosa hai sacrificato?
Finchè fai il mezzo Ironman, in termini di tempo e sacrificio non è molto diverso da un Olimpico. L’Ironman invece è diverso. La tua famiglia deve essere con te. Abbiamo una bimba di cinque anni e la mia compagna mi supporta molto, diciamo che un terzo della gara la fanno loro. Sono libero professionista e quindi ho degli orari flessibili, ma la libertà ha un prezzo molto alto. Potrei fare molto di più lavorativamente, ma ho notato che se non sono appagato dallo sport non rendo poi così tanto. La capacità mentale e l’impegno che metto mi viene dalla formazione del triathlon. Non riuscirei ad avere una vita felice senza lo sport come l’ho vissuto io, sempre al limite; la gestione della fatica muscolare mi permette di avere la stessa resistenza mentale nelle situazioni della vita. Metodo e filosofia mentale.

Tua figlia ora ha cinque anni, quale sport ti piacerebbe facesse?
Fin da neonata ha fatto corsi di nuoto, e infatti ha un’ acquaticità naturale.
Non so cosa mi aspetto, vorrei che partisse da ciò che sente dentro e seguisse la sua strada, ma in modo consapevole perché è l’unico modo per riuscire bene.
Sono convinto che i ragazzini dovrebbero iniziare fin da subito a fare sport, perchè è una scuola che permette di crescere insieme e diventare consapevoli. 

(continua….)

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