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Intervista al presidente

Abbiamo fatto una chiacchierata con il nostro Presidente Marco Maroni per cogliere le sue impressioni al termine di un anno carico di significato.
 


Questo è un anno speciale, un compleanno importante per la Canottieri, 130 anni. Se dovessi fare un augurio alla società per il futuro?

Ne faccio tre: il primo è quello di rappresentare sempre di più un punto di riferimento per tanti giovani che trovano in noi la possibilità di crescere come persone attraverso lo sport, poi di proseguire proficuamente nella gestione degli impianti sportivi comunali, che per noi rappresenta un vanto ed è la parte della nostra attività messa più in crisi dalla pandemia. Infine, a livello agonistico, un augurio che è anche un sogno su cui lavorare: avere una nostra atleta o un nostro atleta che conquista una medaglia olimpica. 

 

La famiglia Maroni ha vissuto una buona fetta di questa storia, almeno tre generazioni, e la quarta si è già affacciata con il canottaggio e il tennis. La Canottieri è una tradizione di famiglia?

Lo è per molte famiglie salodiane che hanno imparato ad amare il lago attraverso gli sport della Canottieri, e anche la mia non fa eccezione. I primi ricordi sono vecchie foto degli anni ‘30 di una jole a 4 con mio nonno Maurizio, che dal dopoguerra fu consigliere e tesoriere, poi mio padre Attilio, che mi ha avvicinato da piccolo alla vela e dal quale ho imparato l’affetto e il piacere di spendersi per questa società. Io ho praticato i nostri sport da bambino e adolescente e ho iniziato ad avvicinarmi alla parte gestionale alla fine degli anni ‘90, accumulando una conoscenza approfondita della nostra associazione prima di ricevere l’incarico di presidente. Per me l’esempio ricevuto in famiglia è stato importante ma, come in tutte le cose, ho cercato di avere il mio modo di interpretare questo incarico.

Prima come sportivo, ora come presidente ma anche genitore di giovani atleti la Canottieri ha accompagnato tutta la tua vita. Cosa significa per te questa associazione? 

Significa per me, come per molti, un punto di riferimento solido, importante e positivo, un posto dove si fa sport e dove si creano amicizie e legami, che ti rende la vita migliore.

 

Il canottaggio è la scintilla che ha fatto nascere la Canottieri, cosa rappresenta per te questo sport?

Il canottaggio è uno sport antico di grande fascino e fatica, dove è fondamentale la forza ma dove la tecnica fa la differenza. Insieme alla vela è lo sport che ho praticato in gioventù e ora ho ricominciato a praticarlo con piacere da master. Sono le due discipline alle quali sono più legato per storia personale, molto diverse tra loro ma unite dal legame con l’elemento acqua.Voglio dire però che sono molto affezionato a tutti gli sport della Canottieri: il nuoto che vedo simile al canottaggio per come unisce forza e tecnica, il tennis per la bellezza del gesto tecnico e il triathlon per l’interdisciplinarietà che lo rende unico.

 

La pandemia è stato uno dei periodi più difficili per la nostra Società. Come hai vissuto la responsabilità di traghettare la Canottieri fuori da questa crisi?

La pandemia è ancora in corso e ha colpito duramente il mondo dello sport, soprattutto la parte che riguarda la gestione degli impianti sportivi. Qui la situazione è davvero drammatica e stiamo pagando un prezzo molto pesante in termini economici. Insieme ai colleghi consiglieri e ai direttori, fin dal primo giorno ci siamo impegnati da un lato per mettere in sicurezza i conti della società, soprattutto in relazione ai tanti investimenti in corso sugli impianti comunali, e dall’altro per mantenere sempre in attività le squadre sportive, mettendo al primo posto la sicurezza degli atleti. Non siamo ancora fuori dalla crisi e dovremo impegnarci ancora molto, anche con l’aiuto del comune di Salò che l’anno scorso ci ha dato una grossa mano, riconoscendo l’impegno pluridecennale della Canottieri per gestire e valorizzare gli impianti sportivi comunali, fornendo un servizio imprescindibile alla comunità.

 

Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

Questa difficile situazione mi ha fatto apprezzare ancora di più i tanti validi collaboratori della nostra associazione: ogni organizzazione è per prima cosa fatta dalle donne e dagli uomini che la compongono e nel nostro caso ne abbiamo tanti che ne condividono lo spirito e che si sono impegnati e continuano a impegnarsi in modo encomiabile.

 

Come interpreti la tua responsabilità?

La interpreto prima di tutto come tale: una responsabilità. Quindi ho sempre cercato di dedicarmi con assiduità e impegno al mio incarico. Allo stesso modo credo anche che un presidente debba saper delegare, perché questo è l'unico modo di valorizzare davvero il ruolo degli altri consiglieri e il contributo di tutti i collaboratori della Canottieri. Infine, sono convinto che accettare questa responsabilità voglia dire anche affrontare la sfida di sviluppare nuovi progetti e darsi obiettivi ambiziosi per migliorare e far crescere sempre di più la nostra associazione.

 

C’è un episodio in tutti questi anni che ti è rimasto nel cuore più di altri?

Sono tanti i momenti che porto nel cuore: più di tutti le vittorie e i risultati nazionali e internazionali ottenuti dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi, perché rappresentano la ricompensa per i sacrifici fatti da loro e dagli allenatori e il riconoscimento del ruolo della società.Un episodio recente che mi ha molto emozionato è stato nel corso della festa per i 130 anni della Canottieri, che si è svolta il 6 agosto al Polo Sportivo. Mi sono ritrovato infatti a guardare il parco delle piscine e il tennis uniti dai campi da Padel appena inaugurati: in quel momento ho sentito tutta la forza della Canottieri, capace di portare a termine nuovi progetti proprio in uno dei momenti di maggiore difficoltà della sua storia.
A livello personale, ciò che ho apprezzato molto e che non dimenticherò, sono stati il sostegno e la fiducia che ho ricevuto dalle persone che mi sono state vicine, soprattutto nei momenti più difficili.Mi auguro però che i momenti più belli debbano ancora accadere nei tre anni che mancano alla conclusione del quadriennio!

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